Il roccolo di Sant'Alipio by Antonio Caccianiga

Il roccolo di Sant'Alipio by Antonio Caccianiga

autore:Antonio Caccianiga [Caccianiga, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-07-13T22:00:00+00:00


Maria fissò lo sguardo nel punto indicato e vide un bagliore scintillante come di stelle vaganti. Erano baionette austriache che brillavano al sole.

— Ecco i miei soldati!.... esclamò il tedesco.... siete perfettamente in tempo di ritirarvi al sicuro.... nè la mia riconoscenza, nè la mia autorità sarebbero sufficienti a salvare la vostra bellezza dagli insulti di soldatesche eccitate ad ogni violenza dalle vicende d'una lotta irritante.... Maria, la memoria della vostra carità resterà scolpita nel mio cuore fino che mi duri la vita... la vita che forse mi avete salvata colle vostre cure pietose. Se devo morire fra poco delle mie ferite, Iddio vi compenserà del bene che mi avete fatto; se devo vivere, ditemi... che cosa posso fare per voi?

— Spero che vivrete, rispose la fanciulla, che potrete riabbracciare vostra madre... e rivedere la vostra Maria... alla quale direte che un'altra Maria di lei più infelice, ha avuto la fortuna di fare per voi ciò che vorrei fosse fatto al mio fidanzato in simile caso.... La religione fece di tutti i cristiani tanti fratelli.... la maledetta frenesia delle conquiste muta gli uomini in cannibali... io vi auguro ogni bene, e non vi domando che una sola grazia. Se vi sarà dato di avere qualche notizia della vita o della morte del mio fidanzato, vi supplico di farmene conoscere i più minuti particolari.... e se riuscite vincitori della mia povera patria siate miti e pietosi coi vinti!

L'ufficiale la pregò di levare un portafoglio dalla sua veste, e di scrivere colla matita il suo nome e quello del suo fidanzato, coll'indirizzo preciso. E la fanciulla scrisse: — Tiziano Lareze, e Maria Lorenzi, che l'amore doveva congiungere in matrimonio, e che la guerra ha divisi, forse per sempre — Pieve di Cadore, al roccolo di Sant'Alipio. —

Il ferito lesse queste parole, promise nuovamente di occuparsene, se avesse la sorte di vivere, poi le disse di prendersi il suo viglietto di visita, sul quale stava scritto il nome di Kasper Kraus i. r. capitano d'infanteria.

Maria ponendo in seno il suo viglietto, gli disse

— Sarà un ricordo di questi giorni tremendi....

Poi gli ripose in tasca il portafoglio, e prima di lasciarlo volle che riprendesse ancora un po' di pane inzuppato nel vino, visitò attentamente le fasciature, e avendole trovate in ordine disse addio al capitano con voce commossa, perchè le comuni disgrazie e la pietà congiungono gl'infelici in una specie di parentela, consacrata dalla sventura; gli raccomandò di tenersi tranquillo, lo salutò a più riprese, e uscì dalla tettoia, commossa, ed afflitta di abbandonare il ferito.

Egli la salutava con la mano e col capo, ma l'emozione che gli stringeva la gola, non gli permise di pronunciare una parola. Le lagrime gli velavano gli occhi, e gli scorrevano sul volto, che quantunque abbattuto, conservava ancora un aspetto marziale.



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